di Irene Veronelli.
Era sera e aveva paura. Fissava il vuoto, immobile, spostando la polvere con lo sguardo atterrito. Non uno spiraglio di luce filtrava dalla finestra, scura dell’acqua della notte. Le persiane lasciavano traspirare un soffio di vita che rischiarava gli occhi offuscati al morire del giorno. Non un movimento, il mondo immobile vorticava in un turbinio di pensieri estrapolati dalla sua mente labile. E mentre cercava pace nel soffitto, macchia scura nel vuoto profondo che dilaniava la poca luce che le prime stelle, flebili e timide, emanavano, la vertigine di attimi profondi arrivava a rubarle la paura e a solleticarle gli occhi persi nel lapislazzulo di un sogno. Non un pensiero, non un movimento, non la paura, con lei, solo nuvole di polvere.