Fausto Taiten Guareschi - secondo Abate di Fudenji e oggi Abate Emerito - nasceva a Fidenza nel '49. Ricevette una forte impronta dalla figura paterna, fabbro artigiano, che gli trasmise il senso del lavoro. Un lavoro non legato all'idea di remunerazione, ma che anima la vera vocazione dell'uomo a fare bello il mondo. Un lavoro scrupoloso, frutto di abilità manuale, da acquisire e da migliorare costantemente, che non trascura ciò che di “razionale” o “intellettuale” possono apportare fantasia, immaginazione e creatività.
L'incessante curiosità, il forte spirito di ricerca, il bisogno di comunicare e tramandare la sua esperienza lo portarono - seguendo la sua propensione per le arti marziali, in particolare il Judo - ad aprire una palestra a Fidenza, che dopo qualche anno diventò il Kyu Shin Dō Kai, scuola Superiore di arti marziali, quest'anno al suo 50esimo anniversario. Fin da subito il suo proposito fu quello di educare i giovani attraverso il Judo e diventare un riferimento per la sua città.
Già a 24 anni iniziava a manifestare il suo forte carisma. I giovani che frequentavano la palestra lo considerarono ben presto un punto di riferimento importante per la loro vita. Insegnava loro di tutto, dalle tecniche di primo soccorso in caso di eventuali infortuni, allo shiatsu, all’educazione civica, al diritto, alle lingue straniere, alla contabilità, a come creare e mantenere relazioni con la Pubblica Amministrazione e la stampa... Insomma cercava di insegnare loro tutto ciò che li facesse crescere come uomini nel mondo. Quei ragazzi, oggi padri, madri e nonni, mantengono con lui una costante relazione e non perdono occasione di esprimergli la loro riconoscenza per gli insegnamenti ricevuti.
Il pressante bisogno del rapporto con un maestro, d'arte o di vita, lo portò negli anni '60 a incontrare il maestro di Judo Cesare Barioli (1935-2012), e grazie a quest'ultimo, Taisen Deshimaru (1914-1982), che lo iniziarono a una nuova visione della vita.
Taisen Deshimaru, ricordato come il pioniere dello Zen Sōtō europeo, era arrivato a Parigi nel 1966. La sua intenzione era di portare in occidente “il seme dello Vero Zen”, uno Zen rivoluzionario, in un periodo di grande tumulto, segnato dalle grandi manifestazioni studentesche del 1968.
Fu attorniato fin da subito da migliaia di persone toccate dalla novità e dalla portata del suo insegnamento e si prodigò nel promuovere