FUDENJI – Una storia che nasce più di 50 anni fa

Non curarsi d'esser beato
né fuggire d'essere infelice
G. Leopardi



In altre parti del mondo i giovani partono per lunghi viaggi lontani, in cerca di un futuro promettente. Il loro viaggiare è spesso sospinto dal sogno di trionfare sul bene, di trovare un grande amore, o dalla speranza di fare facilmente fortuna. Qui, nel Tempio dell’altrove, si arriva solo traslocando, sognando. L’unico motivo per cui puoi arrivare, è saperti orfano. Puoi sperare di diventare un eroe, ma qui non esiste una tale possibilità.

Nel mondo freddo, arido e pieno di solitudine di chi si è perduto, non c’è posto per gli eroi. Ma qui, prima o poi, puoi scoprirti a guida di molti, e vederti adulto. E forse, di qualcuno, padre, madre, fratello, sorella.

Tempio e monastero di tradizione buddhista giapponese Zen Sōtō (XIII sec. d.C.), Fudenji sorge sull’appennino parmense tra Fidenza e Salsomaggiore Terme. Fondato nel 1984, è riconosciuto dalla Casa Madre giapponese come Tempio Ufficiale a Statuto Speciale. L’8 dicembre 2016, nel giorno in cui viene celebrato il Risveglio di Shakyamuni Buddha, diventa un Tempio Affiliato (Ojikimatsu) del più antico e autorevole monastero dell'Ordine Zen Sōtō, il Daihonzan Eiheiji. Affiliato all'Unione Buddhista Italiana, è riconosciuto come Ente di culto dallo Stato italiano con D.P.R. in data 5.7.1999.
Felice crocevia di molteplici itinerari (dalla Via Francigena al percorso delle Terre Verdiane), è frequentato annualmente da centinaia di visitatori italiani e stranieri. Il tempio accoglie spesso delegazioni internazionali che, con l'occasione, entrano in contatto con la ricca offerta delle città limitrofe. Il tempio stesso è al centro di un importante progetto culturale che mira ad approfondire lo scambio tra le principali tematiche del Buddhismo e il pensiero occidentale, nei suoi aspetti teologici, antropologici, filosofici e scientifici. Dal 1999, infatti, si tiene un corso di Studi Teologici Buddhisti che, sebbene diretto principalmente alla formazione degli insegnanti (monaci e laici), si propone come luogo di incontro e di dialogo interreligioso, consapevoli che l’intelligenza della fede trova il suo compimento non già nella sola erudizione ma nell’accettazione dell’alterità. È per questo motivo che vengono promossi frequenti incontri con filosofi, artisti, scienziati o semplicemente con uomini e donne che hanno una passione o una storia da raccontare.

La Storia

Fausto Taiten Guareschi - secondo Abate di Fudenji e oggi Abate Emerito - nasceva a Fidenza nel '49. Ricevette una forte impronta dalla figura paterna, fabbro artigiano, che gli trasmise il senso del lavoro. Un lavoro non legato all'idea di remunerazione, ma che anima la vera vocazione dell'uomo a fare bello il mondo. Un lavoro scrupoloso, frutto di abilità manuale, da acquisire e da migliorare costantemente, che non trascura ciò che di “razionale” o “intellettuale” possono apportare fantasia, immaginazione e creatività.
L'incessante curiosità, il forte spirito di ricerca, il bisogno di comunicare e tramandare la sua esperienza lo portarono - seguendo la sua propensione per le arti marziali, in particolare il Judo - ad aprire una palestra a Fidenza, che dopo qualche anno diventò il Kyu Shin Dō Kai, scuola Superiore di arti marziali, quest'anno al suo 50esimo anniversario. Fin da subito il suo proposito fu quello di educare i giovani attraverso il Judo e diventare un riferimento per la sua città.
Già a 24 anni iniziava a manifestare il suo forte carisma. I giovani che frequentavano la palestra lo considerarono ben presto un punto di riferimento importante per la loro vita. Insegnava loro di tutto, dalle tecniche di primo soccorso in caso di eventuali infortuni, allo shiatsu, all’educazione civica, al diritto, alle lingue straniere, alla contabilità, a come creare e mantenere relazioni con la Pubblica Amministrazione e la stampa... Insomma cercava di insegnare loro tutto ciò che li facesse crescere come uomini nel mondo. Quei ragazzi, oggi padri, madri e nonni, mantengono con lui una costante relazione e non perdono occasione di esprimergli la loro riconoscenza per gli insegnamenti ricevuti.

Il pressante bisogno del rapporto con un maestro, d'arte o di vita, lo portò negli anni '60 a incontrare il maestro di Judo Cesare Barioli (1935-2012), e grazie a quest'ultimo, Taisen Deshimaru (1914-1982), che lo iniziarono a una nuova visione della vita.
Taisen Deshimaru, ricordato come il pioniere dello Zen Sōtō europeo, era arrivato a Parigi nel 1966. La sua intenzione era di portare in occidente “il seme dello Vero Zen”, uno Zen rivoluzionario, in un periodo di grande tumulto, segnato dalle grandi manifestazioni studentesche del 1968.
Fu attorniato fin da subito da migliaia di persone toccate dalla novità e dalla portata del suo insegnamento e si prodigò nel promuovere

la Tradizione di cui era testimone per i quindici anni successivi fino alla sua prematura scomparsa nel 1982.
Fausto Taiten Guareschi fin dal suo primo incontro con Deshimaru nel '68 decise di dedicare la sua vita alla via monastica. Alla scomparsa del maestro nell'82, non ebbe alcuna esitazione: terminò il suo percorso religioso con Narita Shūyū Rōshi (1914-2004) – che diventerà l'Abate Fondatore di Fudenji - divenendo nell'83 il primo erede legittimo occidentale nel lignaggio Zen Sōtō. Il suo desiderio di forma e ufficialità diedero inizio a una relazione con la Casa Madre giapponese che in questi quarant'anni ha prodotto e continua a produrre numerosi scambi e amicizie profonde. Fudenji ospita spesso giovani monaci giapponesi per lunghi periodi così come invia i suoi novizi in monasteri giapponesi per la loro formazione e ospita insegnanti in occasione di seminari internazionali o in momenti celebrativi importanti.

Fudenji nasce da questa filiera. Tuttavia il gioco di cause, effetti e condizioni, che hanno contribuito alla sua fondazione, non può essere ridotto a una semplice consequenzialità lineare. Tanti sono stati i benefattori che hanno promosso la sua nascita, alimentato il suo sviluppo e nutrito lo spirito di cui si sente custode e portavoce. Oggi, Fudenji sembra scaturire dal “volere benvolente” anche di una buona parte delle comunità locali.
Fin da subito Fausto Taiten Guareschi introdusse prospettive nuove per approfondire la ricerca dello Spirito e per perfezionare un linguaggio che, nel rispetto della tradizione giapponese, fosse comunicativo in Occidente. Incominciò così la frequentazione di teologi e sacerdoti cattolici che invitava spesso a tenere seminari e lezioni nell'ambito di un corso di studi tuttora in atto.

Oltre a nutrire e fare crescere lo Spirito, energia e passione sono state impegnate nel miglioramento degli edifici esistenti e nell'edificazione di nuove strutture per potenziare l'ospitalità di tanti che ogni anno si avvicinano a Fudenji. Proprio quest'anno, dopo venti anni di preparazione, daremo inizio ai lavori di edificazione di uno degli edifici più importanti della Tradizione: la Pagoda. La fisionomia di Fudenji continua a mutare e l’arrivo della Pagoda la stravolgerà ancora. D’altronde, la meta-morfosi, mutare fisionomia, è la vera identità di Fudenji, della nostra comunità e di noi tutti presi uno a uno.